procida inventa

sprigionArti 

nell’ambito del programma culturale
di Procida capitale italiana della cultura 2022

arte / mostre


Maria Thereza Alves / Andrea Anastasio / Francesco Arena / Jan Fabre / William Kentridge


procida / palazzo d’avalos

inaugurazione 27 maggio
la mostra resterà aperta fino al 31 dicembre


Il progetto SprigionArti dà vita ad una mostra d’arte contemporanea nelle celle dell’ex carcere di Procida in occasione dell’anno da Capitale Italiana della Cultura. La volontà è creare un laboratorio dinamico, che immagini la nascita di un nuovo nucleo museale, convinti che quest’ultimo sia un’entità viva e funzionale allo sviluppo culturale e democratico della comunità e alla rigenerazione urbana di una architettura monumentale che ha perso nel tempo la sua funzione d’uso.


L’immaginario è stato l’ambito di lavoro su cui abbiamo posto la nostra attenzione per lo sviluppo del progetto, poiché questo non è un semplice agglomerato di immagini contingenti e in qualche modo componibili, ma diversamente ha un valore esistenziale, sia che l’uomo razionalizzi l’immagine a discapito del potere simbolico, sia che questo invece prevalga come nelle visioni poetiche dell’arte.  Ogni creazione nasce dall’immaginazione, che ha tuttavia le sue radici nel caos, come se il caos attendesse una volontà immaginativa capace di trasformarlo in cosmo. Quando l’uomo immagina - come afferma Castoriadis - instaura il cosmo, egli compie l’atto fondatore della politica e allo stesso tempo l’atto che lo autorizza a considerarsi come un creatore. L’opera d’arte, in questo senso, non giunge in una società dopo che questa si è costituita. Essa partecipa alla sua costituzione.

Abbiamo chiesto a cinque grandi artisti di immaginare un prospettiva relazionale con l’ex colonia penale, un luogo simbolo e testimonianza della storia sociale, politica e urbanistica dell’isola, per indagare nuove risonanze di senso tra la dimensione storica della reclusione e dell’isolamento e la vocazione moderna di apertura e condivisione.  

L’esposizione si articola nelle grandi sale del primo livello della pianta cinquecentesca di Palazzo d’Avalos. Il primo spazio ospita un’opera di Maria Thereza Alves; il secondo spazio, la cappella della ex struttura carceraria, accoglie l‘opera di Jan Fabre “The Catacombs of Dead Street Dogs”; nel terzo spazio è collocata la videoinstallazione di William Kentridge, visibile dall’esterno della cella attraverso le sbarre; il quarto spazio, con uno squarcio sul paesaggio mediterraneo, ospiterà le opere di Francesco Arena ed Andrea Anastasio

 

info


mostra d’arte contemporanea nelle celle dell’ex carcere di Procida

a cura di
Agostino Riitano
in collaborazione con Vincenzo de Bellis




ingresso libero
capienza contingentata

informazioni sull’accesso
Associazione Palazzo D'Avalos
+ 39 333 3510701


orari di apertura
10,00 — 13,00 / 16,00 — 20,00

Turni di visita
(1 ora / max 35 persone)
Mostre + Palazzo d'Avalos

ore 11,00 / 12,00 e 16,30 / 17,30

max 35 partecipanti per turno


artisti

 

maria thereza alves

Alves lavora ed espone a livello internazionale dagli anni ’80, creando un corpo di opere che investigano le storie e le circostanze di particolari località per tenere traccia di storie silenti. I suoi progetti sono basati sulla ricerca e si sviluppano all’esterno delle sue interazioni con gli ambienti fisici e sociali dei posti dove vive o che visita per mostre o residenze. Questi progetti iniziano come risposta a bisogni locali e procedono attraverso un processo di dialogo, spesso facilitato, tra materiali, realtà ambientali e circostanze sociali. La sua ricerca è caratterizzata da una forte critica sociale e politica che sottolinea l’impegno morale ed etico che l’artista dimostra verso il mondo in cui vive. Politica e poesia s’intrecciano nella carriera di Maria Thereza Alves sin dalla tenera età. Parlando dei media da lei prescelti, i lavori della Alves sono radicalmente multidisciplinari, concettuali e formalisti.

alfonso artiaco

 

andrea anastasio

Andrea Anastasio nasce a Roma nel ‘61. Dopo gli studi in filosofia,  intraprende un percorso culturale che lo porta a collaborare a progetti di catalogazione dell’architettura islamica in India, ricerche sull’innovazione delle tecniche artigianali tradizionali, collaborazioni con studi di architettura, case editrici e musei. Affascinato dallo studio delle poetiche dell’arte concettuale e delle sue potenziali convergenze con l’industrial design, disegna mobili e oggetti per aziende italiane protagoniste della scena internazionale. La sua ricerca è incentrata sulla manipolazione di oggetti, beni di consumo e materiali domestici, per generare contaminazioni di linguaggi e significati.

web


francesco arena

Francesco Arena è nato nel 1978 a Torre Santa Susanna. Numeri che prendono forma. Se si volesse comprimere una gran parte del lavoro di Francesco Arena in una formula semplice e diretta, si potrebbe usare senz'altro questa. Perché  se è vero che dal punto di vista linguistico il suo lavoro si può leggere come uno sviluppo, una “deriva” personale di processi scultorei che prendono le mosse dalle forme geometriche tipiche della Minimal art e da quelle più archetipiche dell’Arte Povera – la cui chiave astrattista e impersonale è mescolata con il vissuto, la narrazione di fatti storici o privati - è altrettanto vero che dal punto di vista tematico, le sue opere sono spesso la traduzione di formule e numeri legati a quei fatti o quelle storie da cui esso parte.

La ricerca dell'artista si muove spesso lungo due binari – quello della storia collettiva e quello della storia personale – che formano due linee che si toccano, si sovrappongono, si incrociano. Nelle sue performance, installazioni e sculture, la cronaca “in-forma” gli oggetti, siano essi oggetti del quotidiano – agende, sigari, mobili da salotto – o realizzati con materiali tradizionali della scultura (marmo, ardesia, bronzo).

web

 

jan fabre

Jan Fabre (Anversa, 1958) è artista visivo, coreografo, regista e scenografo teatrale, è considerato una delle figure più innovative nel panorama dell’arte contemporanea internazionale.

È stato il primo artista contemporaneo a realizzare mostre personali presso il Museo Louvre di Parigi (2008) e l’Hermitage di San Pietroburgo (2017). Ha presentato numerose installazioni in spazi pubblici fra cui il Castello di Tivoli (1990), il Palais Royal di Bruxelles (2002), il Musées Royaux des Beaux-Arts di Bruxelles (2013), la cattedrale di Anversa (2015). Nel 2016, per la mostra Jan Fabre. Spiritual Guards, sono state esposte a Firenze, tra Piazza della Signoria, Palazzo Vecchio e Forte di Belvedere, più di ottanta opere. 

È rappresentato in Italia dallo Studio Trisorio che ha presentato le sue personali My Only Nation is Imagination (2017) e Omaggio a Hieronymus Bosch in Congo (2019) nell'ambito della grande mostra Oro Rosso realizzata con il Museo di Capodimonte, il Museo Madre e il Pio Monte della Misericordia. Nel dicembre 2019 Fabre ha sancito il forte legame con Napoli installando in permanenza nella Cappella del Pio Monte della Misericordia quattro grandi sculture in corallo, in dialogo con le opere seicentesche di Caravaggio, Bernardo Azzolino, Luca Giordano, Fabrizio Santafede.

studio trisorio


william kentridge

William Kentridge (nato a Johannesburg, Sudafrica, 1955) è un artista acclamato a livello internazionale per i suoi disegni, i suoi film, le sue produzioni teatrali e liriche.

Il suo metodo combina disegno, scrittura, film, performance, musica, teatro e pratiche collaborative per creare opere d'arte che hanno fondamenta nella politica, nella scienza, nella letteratura e nella storia, pur mantenendo uno spazio di contraddizione e incertezza.
La sua estetica è tratta dal mezzo della storia del cinema, dall'animazione in stop-motion ai primi effetti speciali. Il disegno di Kentridge, in particolare il dinamismo di un segno cancellato e ridisegnato, è parte integrante della sua estesa pratica di animazione e di regia, dove i significati dei suoi film si sviluppano durante il processo di realizzazione.

Le opere di William Kentridge sono state protagoniste della scena internazionale per la prima volta nel 1997, quando ha partecipato a Documenta X a Kassel. Da allora il suo lavoro è stato visto in musei e gallerie di tutto il mondo, tra cui il Museum of Modern Art di New York, l'Albertina Museum di Vienna, il Musée du Louvre di Parigi, la Whitechapel Gallery di Londra, il Louisiana Museum di Copenhagen, il museo Reina Sofia di Madrid e il Kunstmuseum di Basilea. Il 2009 ha segnato l'inizio di 5 Temi, una grande mostra che ha aperto al SFMoMA di San Francisco per poi passare al MoMA di New York, al Jeu de Paume di Parigi e all'Albertina di Vienna, tra gli altri.

lia rumma

 

palazzo d’avalos

La sua costruzione fu voluta dal Cardinale Innico d’Avalos e il progetto fu affidato agli architetti Cavagna e Tortelli; inizialmente fu un edificio signorile e, successivamente, Palazzo Reale dei Borbone divenendo sia per Carlo III che, in particolare, per Ferdinando IV, residenza reale per la caccia, prima della realizzazione di Capodimonte e della Reggia di Caserta. Nel 1815, però, gli stessi Borbone lo trasformarono prima in scuola militare e poi in carcere del regno, con successivi ampliamenti, messi in atto dal 1840, fino a tramutarlo in carcere di stato della neonata penisola italiana.

Il carcere di Procida che, oltre ad ospitare ergastolani, comprendeva anche un opificio, voluto dai gesuiti, per la lavorazione della canapa da parte dei detenuti, rimase operativo fino al 1985 e “ospitò” personaggi illustri come Cesare Rosaroll e Luigi Settembrini; dopo la caduta della Repubblica di Salò, dal ’45 al ’50, furono rinchiusi qui tutti i principali capi del regime fascista, da Graziani a Teruzzi, passando per Cassinelli e Junio Valerio Borghese, comandante della X Mas, senza dimenticare Frank Mannino e gli altri esponenti della Banda Giuliano.

Tutto ciò fino alla chiusura definitiva nel 1988, in seguito alla quale il carcere fu, per anni, abbandonato completamente al suo destino; nel 2013, finalmente l’edificio e gli spazi adiacenti furono acquistati dal Comune di Procida, che cominciò i lavori di riqualificazione e messa in sicurezza, per permettere visite guidate a turisti e residenti.

 
 

Palazzo d’Avalos
Via Terra Murata, 33
80079 Procida NA

 
 

sprigionArti

a cura di
Agostino Riitano

in collaborazione con
Vincenzo de Bellis

per informazioni
ticketing@procida2022.com

 

 

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